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di Giuseppe Longo

TRIESTE – La vedova allegra dà appuntamento il 20 luglio al Castello di San Giusto, dal quale si domina tutta Trieste e il suo magnifico Golfo. Ma prima ancora, esattamente il 30 giugno, il capolavoro di Franz Lehár sarà sul piazzale del Castello di Udine, il simbolo del Friuli storico. E protagonista sarà la compagnia, tutta giuliana, di Andrea Binetti che ieri sera è stata applauditissima al Politeama Rossetti dove è andata in scena “L’acqua cheta” che stasera concede il bis a beneficio di quanti hanno disertato Sala Assicurazioni Generali complice la partita, purtroppo conclusa fra tante delusioni, dell’Italia contro la Spagna negli Europei di calcio. È un annuncio che ha dato con gioia, anche perché apre una promettente collaborazione fra Trieste e Udine all’insegna proprio dello spumeggiante lavoro lehariano, Rossana Poletti, direttrice della produzione, al termine dello spettacolo quando sono saliti tutti i protagonisti sul palco, assieme al maestro Romolo Gessi che nel “golfo mistico” aveva diretto Fvg Orchestra. La Sinfonica regionale è, infatti, diventata una presenza pressoché fissa del Festival dell’operetta, fiore all’occhiello della programmazione triestina, soprattutto sotto il suggestivo “cielo stellato” del Teatro di viale XX Settembre.

Molto apprezzato, come al solito, l’adattamento che il tenore Andrea Binetti, un vero mattatore, ha proposto attingendo dal testo di Augusto Novelli, una commedia molto piacevole nella parlata fiorentina – con la caratteristica “c” aspirata – rappresentata con successo nel 1908 e dodici anni più tardi trasformata con altro fortunato esito in operetta, con la musica di Giuseppe Pietri, scatenando entusiasmo fra il pubblico e la stampa, la quale si compiacque che “l’operetta italiana” potesse aggiungersi proprio a quella di Franz Lehár, re indiscusso della specialità. Geniale e pieno di frizzanti trovate e battute che hanno coinvolto anche la platea, Binetti ha impersonato Stinchi, il garzone di stalla affezionato al fiasco di Chianti che fa da filo conduttore in tutta la vicenda che vede protagoniste, in una storia di cuore, Ida – “acqua cheta” appunto – e Anita, figlie di Rosa e di Ulisse. Parti interpretate con efficacia da Ilaria Zanetti, Marzia Postogna, Michela Vitali e Gualtiero Giorgini. Nei panni di Cecco, il falegname che adocchiava Anita la sorella sbarazzina, Giacomo Segulia, mentre Alfredo, il giovane elegante convolato proprio con l'”acqua cheta”, dopo una preoccupante fuga d’amore, era interpretato da Alessio Colautti. Completavano la scena l’Avvocato, Francesco Cozzi, e i Musici, Giulio Gessi – figlio quindicenne del direttore di Fvg Orchestra -, Matteo Fragiacomo e Matteo Chiodini. Brillante, come al solito, l’accompagnamento della Sinfonica regionale, applauditissima, assieme ai cantanti-attori, nel ripetuto brano “O com’è bello guidare i cavalli” e nel trascinante coro finale della “Rificolona”. Le voci sono state preparate e dirette dal maestro Andrea Mistaro.
Meglio di così, insomma, non poteva cominciare il Festival dell’operetta 2024 che durante l’estate proporrà imperdibili appuntamenti, oltre che a San Giusto (e prima ancora al Castello di Udine), al Teatro Lirico cittadino, nell’antistante piazza Verdi e nel Giardino del Museo Sartorio. Un programma affascinante presentato con orgoglio dall’Associazione internazionale dell’operetta del Friuli Venezia Giulia. Per questo Rossana Poletti ha avuto parole di sincera gratitudine per il sostegno assicurato da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste, Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, soprattutto per scene e costumi, e Teatro Stabile Fvg, per concludere con Istituzione musicale sinfonica del Fvg – con la quale è stata, appunto, intrapresa una fruttuosa collaborazione – e l’Associazione musicale Aurora Ensemble. E stasera, come detto, si replica. Evviva l’operetta!

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In copertina e all’interno i momenti degli applausi e delle scene finali de “L’acqua cheta” che stasera concederà il bis al Politeama Rossetti di Trieste.

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